Appagamento

"Come possono i gatti provare questo misterioso appagamento, questa emozione che assomiglia alla nostra ma che in qualche modo sembra più profonda, stabile e perfino più autentica?

Alex

I gatti non pensano al futuro, neppure a quello immediato. E’ come se percepire la piena forza emotiva del momento assorbisse tutta la loro energia psichica. Vivono all’erta per prevenire i pericoli, ma non si aspettano una catastrofe o la morte. E non guardano neppure al passato con rimorso o con il senso di colpa per quello che avrebbero potuto fare, se solo fossero stati diversi.

Minnie

In un certo senso si sentono esseri perfetti. Può essere per questo che i monasteri zen spesso ospitano un gatto. Sembrerebbe esistere una filosofia zen dei gatti: una condizione di totale immersione in se stessi che non è autodeificazione, ma solo l’accettazione di un ordine naturale in cui tutto corrisponde al migliore degli universi possibili, una miscela di pace, tranquillità, sicurezza, pigrizia al sole e gioia di sapere che la vita è bella.

Pepper

E’ una felicità del tutto naturale, al punto che a volte sembra appartenere a un livello superiore. Forse i gatti sono qui per insegnarci questo: a vivere l’attimo in modo così completo, con un tale coinvolgimento che lo faccia durare in eterno."

tratto da "La Vita Emotiva dei Gatti" di Jeffrey Moussaieff Massonredpaw

13 pensieri su “Appagamento

  1. …condivido pienamente il pensiero arguto del sig Masson….penso che stai leggendo un bel libro….se mi capita e soprattutto me lo ricordo (visto che se esco per una cosa non mi ricordo mai x cosa esco… sigh) quando sono in libreria me lo accatto…un abbraccio Pat

  2. Che pensieri profondi…e quali profondità si celano negli occhi dei gatti…Stupendi!

    p.s. sono stata un po’ assente in questi giorni; appena posso torno a chiacchierare con voi e a sentire notizie di A.

  3. credo che anche per i cani sia lo stesso e infatti ogni volta che guardo pastello penso “se questa è una vita da cani non mi spiacerebbe proprio :P”
    Maluna

  4. Come fanno? Ah, a saperlo… però una cosa è certa; ce la fanno!!

    Comunicazione di servizio: chiedo scusa anche a te se mi sono un po’ dimenticato di ta ma i blog di splinder (l’ho scoperto solo oggi) da qualche tempo non mi inviano più i feed e quindi…. perdono 😉

  5. Gia… Cremino è ancora des aparecidos… spero torni, sono in ansia!
    Si tutti in armonia..a parte Nocciolina che picchia tutti… anche sua mamma!!
    Eh… passiensa ^____^

  6. sono d’accordo! anch’io tante volte mi sono ripromessa di fare come i gatti (o come i monaci buddisti) ma tra il dire e il fare.. 😦
    però vorrei tanto riuscire a imparare da loro che l’ansia per il futuro e il rimuginare su eventi ormai passati non servono a nulla, se non a rovinarci il presente, che è poi l’unica realtà che esiste davvero e in cui noi davvero possiamo fare qualcosa.
    un abbraccio
    Annina

  7. La filosofica non filosofia dei gatti. Non sono tanto d’accordo, ma spiegarlo sarebbe lungo è difficile. Pensare che il gatto viva il suo momento solo nel presente mi sembra proprio di sminuirlo. Certo non hanno i nostri complessissimi problemi della serie: costruirsi una casa o mettere i soldi da parte per comprare qualcosa, ma hanno i loro e ne hanno tanti. Insomma questo G. M. Masson non mi convince per niente. Forse non ha mai pensato ai problemi che può avere un randagio o una gatta selvatica che deve proteggere e sfamare i suoi piccoli? Ma non so!! Mi sembra più un trattato di belle parole più che una riflessione seria

  8. Come ho potuto dimenticare? Forse sono stato troppo preso da ciò che ho letto? Comunque in questo momento sono contento di non essere Paride e dover scegliere chi di loro è il più bello o bella. Tante carezze ai miei miciotti

  9. @ Giuseppe, commento #10: credo si renda necessaria una precisazione: la citazione che “Minnuccia” ha scritto nel post è solo un estratto, veramente minimo, di un libro in cui Mr. Masson cerca di percorrere ed analizzare quelle che sono tutte le emozioni riscontrabili in un gatto: narcisismo, amore, appagamento, attaccamento, gelosia, paura, rabbia, curiosità, giocosità. Perciò, quello che è citato nel post è solo quello che è possibile osservare in un gatto in un particolare momento della sua giornata, e non un atteggiamento globale o assoluto, giammai! “Minnuccia” ha voluto semplicemente citarlo come esempio per noi umani che, sempre sopraffatti da altre ambasce, riusciamo a godere veramente poco delle gioie del presente.
    Mr. Masson ha potuto scrivere questo libro avvalendosi di un’osservazione continua e minuziosa dei suoi gatti, 5 al momento della stesura del libro, ma anche di quelli che aveva avuto in precedenza, nonché di gatti inselvatichiti che vivono nelle colonie feline, e avvalendosi pure di un’ampia bibliografia che altri studiosi hanno scritto prima di lui. Certo, non trattandosi dello studio di una scienza esatta, ma di emozioni pure e semplici, potranno esserci anche molte cose opinabili; lo stesso autore si pone ripetutamente il dubbio su quante delle sue riflessioni siano soltanto proiezioni del modo di sentire umano su delle creature non umane. Tuttavia, ciò non toglie che si tratti di una lettura molto interessante che consiglio anche a te. Forse ti aiuterà anche a vedere i tuoi mici con occhi diversi! 😉

  10. Ma certo Min…Ho solo messo in discussione ciò che ho letto il quale sembrava sminuire i miei, emh!! I nostri mici. Comunque cercherò di leggere qualcosa di questo autore. Sapere è sempre meglio di ignorare. In tutti i casi dubito che questa lettura possa farmi amare i mici, e in particolare i miei, più di quanto li amo. No, stellalpina ha tentato di trascinarmi da qualche parte, ma, e in modo speciale di questi giorni, preferisco di gran lunga godere degli agi che mi offre la mia casa. Il lungo silenzio è dovuto a problemi con il P.C
    P.S Ma i miciotti le hanno ricevute le mie carezze?

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